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Compie oggi 41 anni uno dei più forti centrocampisti mai visti al mondo: talento, visione di gioco e un modo di calciare le punizioni che ha fatto la storia

Andrea Pirlo è nato a Flero il 19 maggio 1979 ed è uno dei centrocampisti che più di altri è salito sulla ribalta per l’eleganza, l’estro e la mentalità vincente espresse in una carriera che lo ha visto Campione del mondo nel 2006 e vicecampione d’Europa nel 2012 con la nazionale italiana. Soprannominato il “Maestro” e il “Metronomo”, si è segnalato sin da giovane come uno dei maggiori talenti espressi dal calcio italiano. È considerato uno dei più grandi centrocampisti della storia del calcio mondiale. Quattro volte fra i tre migliori registi dell’anno secondo l’IFFHS (tra il 2006 e il 2015), in altrettante occasioni è stato inserito tra i 23 candidati al Pallone d’oro, classificandosi nono nel 2006, quinto nel 2007, settimo nel 2012 e decimo nel 2013. Ha giocato con Brescia, Inter e Reggina prima di passare al Milan, squadra in cui è stato titolare inamovibile nello schema tattico del tecnico Carlo Ancelotti e con cui ha vinto, in dieci anni di militanza, due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana, due Champions League, due Supercoppe UEFA e una Coppa del mondo per club. Dal 2011 al 2015 è stato un giocatore della Juventus, con cui ha vinto quattro scudetti, due Supercoppe italiane e una Coppa Italia. Con la nazionale ha totalizzato 116 presenze (quinto nella relativa classifica di presenze) e 13 reti, partecipando a tre Mondiali, tre Europei e due Confederations Cup. Insieme a Daniele De Rossi e Mario Balotelli, è uno dei tre giocatori ad aver segnato almeno una rete in ognuna delle tre principali competizioni calcistiche disputate dalla nazionale maggiore (campionato mondiale, campionato europeo e Confederations Cup). Ha inoltre il primato di presenze (37, alla pari di Francesco Bardi) e di reti (15) con la nazionale Under 21.

Accostato per alcune caratteristiche a Gianni Rivera, in giovane età ha giocato spesso in posizione di trequartista. In seguito, durante la sua militanza nel Brescia, ha iniziato ad agire stabilmente da regista di centrocampo, per volere di Carlo Mazzone. Dotato di grande tecnica e di una visione totale del campo, era in grado di effettuare passaggi con estrema precisione e pur non essendo molto veloce, era dotato di un ottimo dribbling, che nasceva principalmente da finte di corpo che gli consentivano di liberarsi dell’avversario. E’ passato alla storia per essere uno specialista nell’esecuzione dei calci piazzati, che si trattasse di rigori o di punizioni. Per affinare questA abilità si è ispirato dapprima a Roberto Baggio, suo compagno di squadra nelle stagioni 1998-1999 e 2000-2001, e in seguito a Juninho Pernambucano: a partire dal 2005 ha infatti aggiunto al proprio repertorio un nuovo modo di calciare le punizioni, «l’ascensore» (o, come ribattezzato successivamente, «la maledetta»), una tecnica che consente di imprimere al pallone traiettorie imprevedibili sfruttando l’effetto Magnus. Con 26 reti, Pirlo è il secondo giocatore col maggior numero di gol realizzati su punizione in Serie A dopo Siniša Mihajlović (28). In Champions League è terzo con 5 gol, dietro Juninho Pernambucano e Cristiano Ronaldo. Nell’arco della sua carriera, sono 46 le reti realizzate complessivamente su calcio piazzato.

Dal 2004 in poi diventa titolare nei piani tattici del nuovo CT Marcello Lippi che lo convoca con continuità. Il 26 marzo 2005 ha realizzato la sua unica doppietta in maglia azzurra contro la Scozia, gara valida per le qualificazioni mondiali. Dopo aver disputato gran parte delle partite di qualificazione, è stato inserito dal Lippi tra i convocati per il Mondiale 2006 in Germania. Esordisce in questa competizione il 16 giugno col Ghana nella fase a gironi, realizzando il primo gol dell’Italia nella competizione mondiale: un destro a girare dal vertice sinistro dell’area su azione d’angolo. Nella seconda sfida del girone con gli Stati Uniti, su punizione ha fornito l’assist ad Alberto Gilardino per il momentaneo 0-1 dell’Italia. La vera magia impressa nei ricordi di tutti i tifosi italiani pero, Pirlo la “firma” nella semifinale con la Germania realizzando l’assist vincente a Fabio Grosso per il momentaneo 0-1 dell’Italia al 117’. Nella finale con la Francia Pirlo ha servito la palla da calcio d’angolo per il gol di Marco Materazzi dell’1-1. Ai tiri di rigore finali ha messo a segno il primo della serie, terminata con la vittoria dell’Italia, laureatasi Campione del Mondo per la quarta volta nella sua storia.  Durante la manifestazione in Germania si è aggiudicato il Man of the Match assegnato dalla FIFA in tre partite: Italia-Ghana, Germania-Italia e anche Italia-Francia, finale del torneo. Pirlo è stato votato terzo miglior giocatore del Mondiale dopo Zinédine Zidane e Fabio Cannavaro.

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