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Sui social girano diverse foto di Ruben Amorim prima e dopo aver accettato l’incarico di allenatore del Manchester United. I meme variano per efficacia e intensità, sono tutti molto divertenti e “shareable”, ma – come l’anziana signora di Pirandello – anche drammatici. Il dramma, sportivo certo, ma di riflesso pure umano, è quello di un allenatore che si sta facendo carico di una sfida che va ben al di là delle sue capacità. E non perché Amorim non sia un bravo allenatore, anzi. Ma perché allo United servirebbe in questo momento più un esorcista che un tattico.

Ci vorrebbe uno sciamano, uno come José Mourinho, non a caso l’ultimo in grado di vincere da allenatore dei Red Devils.

Ci vorrebbe, però, anche, e più banalmente, una presa di coscienza dell’allenatore ex Sporting, che in questo momento sembra davvero non capirci più niente. Un’immagine su tutte, altro che meme, sta facendo il giro del web negli ultimi giorni. Essa ritrae Amorim dedito all’elaborazione della lavagna tattica stampata sul suo raccoglitore, coperto dalla pioggia: il Grimsby, squadra di Second League – quarta divisione inglese, la nostra Serie D per intenderci –, ha appena segnato il gol del 2-0 contro il “suo” United, in League Cup.

Come noto, la partita finirà 2-2 grazie ad una rimonta dello United negli ultimi 15’, ma sarà il Grimsby ad avere la meglio nella lotteria dagli undici metri. Una sconfitta pesantissima che Amorim avrebbe commentato con sincerità laconica: «è giusto così, i nostri avversari non meritavano di uscire ai rigori, e noi non meritavamo di passare».

Se c’è una cosa che non manca ad Amorim è la schiettezza. È sempre molto sincero, diretto, e Ratcliffe – presidente dello United – non ha mai nascosto di apprezzare questo standing. Poi però, bello tutto, ci sono pure i numeri. Impietosi. Ad inizio campionato, perdendo contro l’Arsenal (0-1), Amorim ha subito la 15esima sconfitta in 28 partite di Premier League come allenatore del Manchester United (N6; V7). Tradotto: il tempo più veloce in cui un allenatore ha raggiunto le 15 sconfitte nella competizione, senza aver preso in carico una squadra neopromossa in quel periodo, da Paul Hart con il Portsmouth nel 2009 (27 partite). È un dato, per carità, che possiamo sottoporre ad una miriade di ragioni. In fondo Amorim ha pure raggiunto una finale di Europa League lo scorso anno. Certo l’ha persa, ma pure questo è un dettaglio.

Se vogliamo salvare Amorim, possiamo pure farlo. Il problema, evidentemente, non è solo lui. Come possono guardarsi allo specchio i 700 mln di sterline scesi dal pullman a Grimsby nel match di cui sopra, sapendo di aver perso contro una squadra ai limiti del professionismo? Come va giudicato il lavoro dell’amministratore delegato Omar Berrada, reclutato dal Manchester City lo scorso anno per cercare di replicare il successo dei citizens, seguito dal suo compagno di squadra Jason Wilcox, dopo la sua breve esperienza al Southampton, che è stato promosso a direttore sportivo?

Berrada non era al Blundell Park, con Wilcox l’unico membro del team dirigenziale dello United presente nel box dei dirigenti, ma tutti i dirigenti del club sono senza dubbio al corrente della difficile situazione di Amorim. La loro reputazione è legata alla sua. Amorim, dopo la sconfitta col Grimsby, prima si è messo in discussione: “Penso che i giocatori abbiano parlato a gran voce di ciò che vogliono oggi. Qualcosa deve cambiare, ma non si cambieranno di nuovo 22 giocatori. È difficile affrontare tutto”. Poi però ha messo in discussione tutti, chiedendo scusa ai tifosi, come giusto che sia. Ma il tono delle sue parole ha fatto intendere uno stato d’animo terrificante e preoccupante: “Vorrei dire cose molto intelligenti e molto importanti. Non ho niente da dire. Anche questo è il problema più grande. Vedere gli stessi errori e non avere niente da dire in questo momento. Mi dispiace davvero per i nostri tifosi. A volte è troppo”.

Laurie Whitwell, assai più duro di chi sta scrivendo questo articolo, su The Athletic – una delle voci più autorevoli del panorama giornalistico sportivo mondiale – ha commentato la situazione in casa United senza mezzi termini: «Lo United è di nuovo una barzelletta. Ma, alla luce dell’apparente stato d’animo di Amorim, come cercheranno di ritrovare la serietà? Manterranno i piani attuali negli ultimi giorni della sessione estiva di calciomercato, o questo provocherà un ripensamento su un possibile colpo di scena negli ultimi giorni?».

Pochi giorni dopo, lo United ha risposto sul campo – ma con quanta fatica – contro il Burnley in Premier League. Una vittoria per 3-2 ottenuta grazie al rigore di Bruno Fernandes, indiscusso leader della squadra, al 97’. Ricordiamo che il Burnley è neopromosso. Ricordiamo pure che con questa vittoria i Red Devils hanno raggiunto quota 4 punti in 3 partite, e che a metà settembre, di ritorno dalla sosta, c’è il Manchester City ad attenderli. Non ci aspettiamo ulteriori scossoni, ma ci aspettiamo parecchie altre cadute. Tutto sta nel capire come e quanto riuscirà a resistere Amorim, chiamato ad un qualcosa di molto grande e forse impossibile: riportare lo United ai fasti di un tempo.