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Dopo le prime trade e i primi colpi, la free agency Nba inizia con il botto, con almeno tre firme illustri e tanti accordi interessanti nei primi tre giorni, a dir poco frizzanti e scoppiettanti, di mercato.

Chris Paul, Paul George e Klay Thompson

Le tre migliori firme sono queste tre, senza ombra di dubbio.

Del futuro di Klay Thompson se ne è parlato per diverso tempo: non andata a buona fine la trattativa con Golden State, il tiratore statunitense, che era impegnato per altro in queste settimane nel training camp delle Bahamas (con cui però non disputerà il Preolimpico), ha deciso di siglare un accordo a Dallas, lasciando la Baia dopo 13 anni e 4 anelli. Klay andrà a far parte di un roster, quello dei Mavs, che può già contare sul duo delle meraviglie Doncic-Irving, ma che ha dovuto perdere Derrick Jones Jr., passato ai Clippers, e Josh Green, inserito nella trade a tre per Thompson e finito a Charlotte. I Mavericks battono la concorrenza dei Lakers (che avevano offerto 80 milioni per 4 anni a Klay e D’Angelo Russell ai Warriors), lasciando sul tavolo un contratto per Thompson da 50 milioni per tre anni. In cambio, i Warriors, che ritireranno la maglia numero 11 del nativo di Los Angeles, otterranno due seconde scelte al Draft.

I Warriors perdono, dopo un solo anno, anche Chris Paul, accasatosi a San Antonio (1 anno a 11 milioni). Gli Spurs dunque, dopo aver pescato Stephon Castle al draft 2024, si assicurano CP3, il quale andrà a formare una coppia interessantissima con Wembanyama, mettendo a disposizione il suo sapere cestistico nei confronti del miglior prospetto in circolazione. Golden State però ha firmato innanzitutto Kyle Anderson (3 anni, 27 milioni) e vorrebbe piazzare il colpo Lauri Markkanen.

Paul George invece lascia i Clippers, firmando a 212 milioni per quattro anni per una contender, Philadelphia, la quale firma anche Eric Gordon e Andre Drummond, mantenendo anche Kelly Oubre Jr. e garantendo un rinnovo al massimo a Maxey (5 anni a 204 milioni). È una sorta di nuovo trittico di star quello che si viene a formare, i big three di Phila, ovvero Embiid, Maxey e George: vedremo dove potranno arrivare, sicuramente il potenziale c’è e per PG è una delle ultime occasioni per arrivare all’anello. A Phila, per altro, l’arrivo di PG ha allontanato Tobias Harris, accasatosi a Detroit (52 milioni per due anni).

Clippers, Celtics e Thunder sugli scudi

A proposito di Los Angeles, i Clippers hanno dato in mano a James Harden (e Kawhi) le chiavi della squadra, sempre se già non le avessero. A Los Angeles si trasferiscono anche Kevin Porter Jr, nell’ultima stagione in Grecia, e Derrick Jones Jr, il quale lascia in maniera quasi clamorosa Dallas dopo aver raggiunto le Finals, siglando un accordo da 30 milioni in tre anni con i Clips – senza dimenticare Mo Bamba, anche lui a Los Angeles per un anno. Rimangono ai Clippers anche Russell Westbrook (player option da 4 milioni) e Nicolas Batum, quest’ultimo con un accordo per due anni a 9.6 milioni. Sponda Lakers invece, dopo l’arrivo di Bronny James via Draft, Lebron si è accordato al massimo con i giallo-viola con un contratto da due anni a 104 milioni – accordo che include anche una player option e una “no trade clause”.

I campioni in carica dei Celtics, che rifirmano Kornet,  prolungano anche due contratti decisamente importanti: si tratta di Derrick White, quadriennale a 125 milioni di dollari, e di Jayson Tatum, quinquennale al massimo (314 milioni) che lo porta ad essere il giocatore più pagato della storia Nba. Si muove anche OKC, che, dopo aver aggiunto una pedina come Alex Caruso (scambiato con Giddey), estende per altri 5 anni Aaron Wiggins (47 milioni) e per altri 4 Isaiah Joe (48 milioni), firmando anche il centro Isaiah Hartenstein (tre anni a 87 milioni), andando ad operare sia sul fronte “presente” sia sul fronte “futuro”. Il rinnovo è arrivato anche per Donovan Mitchell: molte voci lo davano lontano da Cleveland, invece l’esplosiva guardia ex Utah si è accordato con i Cavs per tre anni a 150.3 milioni, includendo anche una player option per il 2027/28.

Infine fa sul serio Orlando, che si assicura le prestazioni di Kentavius Caldwell-Pope, aggiunto ad un quintetto che può contare su esplosività, talento e gioventù, leggasi Suggs, Wagner e Banchero.