Il primo trofeo della stagione è andato all’EA7 Emporio Armani Milano, che vincendo contro Brescia nella finale dell’Unipol Forum di Assago ha conquistato la sesta Supercoppa italiana della sua storia. Come ogni grande evento che si rispetti, ecco le nostre pagelle di fine evento, su finaliste e non.
Quinn Ellis – 8
Alla prima uscita con la maglia della sua nuova squadra, gioca due partite di altissimo livello, risultando a fine torneo l’MVP. Energia, voglia di stupire e di dimostrare al proprio coach di meritare uno spazio in Italia, così come in Eurolega, Ellis sembra essersi calato perfettamente nel contesto dell’Olimpia Milano, per cui potrebbe essere l’apriscatole nelle difese avversarie che tanto serviva ad Ettore Messina. Finale chiusa con 12 punti con 5/6 al tiro, 4 rimbalzi e 14 di valutazione. Fondamentale anche il suo apporto in semifinale: contro la Virtus una sua tripla porta i suoi a un supplementare che sembrava insperato, cambiando l’inerzia della gara e portando Milano a superare le V Nere. Ellis sembra poter diventare un giocatore simbolo di questa stagione biancorossa, dopo un inizio col botto!
Josh Nebo – 6.5
L’attesa su di lui è tantissima. Dopo una stagione, quella passata, trascorsa quasi per intero in infermeria, Nebo ha su di sé un bel po’ di pressione: quella di diventare in brevissimo tempo il centro titolare e trascinante dell’Olimpia Milano. Contro la Virtus non poca fatica: un solo punto in 20 minuti, appena 3 tiri dal campo e 4 rimbalzi, come se dovesse ancora scaldarsi. In finale invece una prova più che convincente: 18 punti con 7/9 da due e 4/4 ai liberi, 7 rimbalzi e 26 di valutazione, la più alta di tutti i giocatori in campo. Forza fisica, capacità di andare al ferro e una presenza importante nell’area pitturata. E’ così che Josh proverà a essere protagonista soprattutto nell’Eurolega dell’EA7, nell’operazione di convincere la società meneghina che averlo tenuto in roster sia stata la scelta giusta.
Lorenzo Brown – 6.5
Altro giocatore tanto atteso tra i nuovi dell’Olimpia Milano. Può essere il playmaker che Messina aspettava dai tempi di Sergio Rodriguez, uno che rinuncia a qualche tiro pur di far girare la squadra al meglio. In finale sfiora la doppia doppia, mettendo a referto 8 punti e 11 rimbalzi, dando prova di essere un vero regista. Non memorabili le percentuali al tiro (2/9 contro Brescia, 4/7 contro la Virtus), ma nell’ultimo atto della Supercoppa cattura anche 4 importanti rimbalzi, di cui 3 offensivi che danno prova di un giocatore che sa dove farsi trovare pronto sul parquet. La prima riprova della sua validità sarà già questa settimana con l’esordio in Eurolega, li dove dovrà davvero essere determinante.
Jason Burnell – 7.5
Ultimo a mollare in qualsiasi occasione. Gioca una semifinale da leader assoluto (21 punti, 4 rimbalzi, 5 assist, 35 di valutazione), ci prova poi anche in finale (14, 5, 5, 16), patendo però lo scontro diretto contro giocatori di un livello leggermente superiore, come LeDay ad esempio. Brescia sa di poter ancora contare fortemente su Burnell, che si candida per essere anche quest’anno l’uomo in più nello scacchiere della Germani, che esce da questa Supercoppa consapevole di poter compiere un’altra stagione di alto livello.
Matteo Cotelli – 7
Alla sua prima esperienza ufficiale da capo allenatore di massima serie, dimostra di essere già perfettamente inserito nel contesto. Il vantaggio è chiaramente che Brescia è casa sua da sempre e il rapporto con i giocatori esiste da molti anni; ma essere a bordo campo in una finale è tutta un’altra cosa. Lui la vive con sofferenza, passione ed enorme energia, facendosi più volte riprendere dai propri assistenti, bravi a fargli evitare inutili falli tecnici. Parte con tante perplessità su di sé per la scarsa esperienza da head coach, ma in queste prime due uscite la sua Brescia ha dimostrato di avere un’identità e lui può crescere con la squadra partita dopo partita.
Dolomiti Energia Trentino – 5
Inizia con una discreta delusione l’avventura della nuova Trento di Massimo Cancellieri, tornato in Italia per essere capo allenatore di una squadra importante, reduce dalla storica vittoria in Coppa Italia della passata stagione. I bianconeri sono un cantiere aperto, nel quale sembra poterci essere un nuovo leader tecnico, DJ Steward (17 punti in semifinale) e un nuovo Niang (Cheickh, il fratello minore), pronto a diventare grande in Serie A come ha fatto il fratello negli anni passati grazie a coach Galbiati. Per il resto tanti giocatori da scoprire, come Jogela e Battle, e due di quelli chiamati a essere protagonisti (Aldridge e Jakkimovski), rimasti a secco nei primi 44 minuti complessivi passata in campo in due. Da loro ci si aspetta molto di più, mentre buona è stata la prima uscita di Bayehe, che ha chiuso il match contro Brescia con 15 punti, 5 rimbalzi e 20 di valutazione. Trento è un cantiere che può crescere, ma deve farlo in fretta.
Carsen Edwards – 6 (Virtus Bologna – 5.5)
Il suo voto è figlio di una partita, quella contro Milano, che ha messo in luce qualche rischio tecnico in casa Virtus Bologna. Al di là del fatto che la tripla Ellis a fine quarto periodo abbia cambiato le sorti di questa competizione, che altrimenti la Virtus avrebbe potuto serenamente vincere avendo qualcosa in più rispetto alla Germani, la sua presenza in squadra è evidentemente molto pesante. Era chiaro fin dal mercato estivo che con lui le V Nere prendevano un giocatore molto bravo con gli isolamenti e le soluzioni personali, ma se questo chiude una gara da 21 punti con 8 di valutazione, qualcosa che non va c’è. Si, perché al 4/7 da due si accoppia il 4/12 da tre, con un rimbalzo, 4 palle perse, 3 assist e un non sorridente -1 di plus/minus. Alcuni tifosi virtussini hanno già espresso fastidio per le troppe soluzioni personali cercate da Edwards, ma dovranno abituarsi perché quest’anno il tema di gioco vedrà spesso Carsen con la palla in mano al termine dei 24 secondi. Ed è giusto che sia così, perché è stato preso per quello. Chiaro poi che il lavoro di Ivanovic sarà quello di far si che anche gli altri siano coinvolti, così come è parso relativamente a Smailagic e Alston (10 punti a testa in semifinale) e soprattutto a Niang, già al centro del progetto Virtus (come speravamo). Per lui, contro l’Olimpia, 14 punti con 6/9 da due, 4 rimbalzi e 12 di valutazione. Ma alle V Nere servirà qualcosa di più per confermarsi campione d’Italia, ecco perché il 5.5 di squadra è negativo per la Supercoppa, di buon auspicio per una stagione che ci auguriamo non sia la copia di quella passata in contesto Eurolega.

