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Non ce ne voglia Jacob Pullen, che contro Varese ha segnato 33 punti; non ce ne voglia nemmeno Toko Shengelia con i suoi 20 punti e 34 di valutazione, ma l’uomo del weekend per noi è Alessandro Gentile.

Contro la sua ex squadra, Olimpia Milano, con cui ha vinto due scudetti, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana, nel giorno del suo 31esimo è stato il trascinatore di Scafati a un successo che proietta la formazione campana in zona playoff, con un record positivo (4-3).

La squadra di Sacripanti si trova ora a 8 punti in classifica, gli stessi dell’EA7 Emporio Armani Milano, con cui alla vigilia del torneo difficilmente si sarebbe immaginata di condividere la posizione, se non nelle primissime giornate. Dopo 1/4 di stagione regolare invece Scafati è li a lottare per un posto tra le prime otto che si giocheranno l’accesso alle Final Eight di Coppa Italia, con merito e l’ambizione di restarci fino alla fine del torneo. E in questo gruppo la presenza di Alessandro Gentile, ora più che mai, sembra farsi sentire.

La prestazione

I freddi numeri raccontano una partita da 15 punti in 23′, con 6/10 da due e 3/3 dalla lunetta (cosa tutt’altro che scontata), cui ha aggiunto 8 rimbalzi e 2 assist, per 17 di valutazione. Ma la sua gara è stato molto altro: presenza fisica e mentale – sua e dell’intera squadra di Sacripanti – e tante giocate che hanno ricordato quell’AleGent che proprio a Milano fu trascinatore nella vittoria di uno dei due campionati vinti.

Quando attaccava sembrava un treno in corsa, praticamente inarrestabile, poi gli arresto e tiro, le penetrazioni al ferro e gli scarichi lucidi per i compagni: una partita completa per un giocatore che a 31anni può ancora dire la sua nel massimo campionato italiano.

Il lavoro su se stesso e l’azzurro

Gli ultimi anni non sono sicuramente stati semplici per Gentile, che si è trovato a passare stagioni da comprimario e negative tra Estudiantes, Trento, ancora Estudiantes, Varese, Brindisi, fino al passaggio in A2 l’anno scorso con Udine. Proprio questo declassamento però, probabilmente, è stato per lui un momento di riflessione, di lavoro su se stesso (non ha mai nascosto l’utilità di sistemare alcune difficoltà psicologiche ricorrendo alla terapia) molto utile alla sua maturazione, che sembrava non arrivare mai.

Fino ad oggi a Scafati sembrava poter essere un’altra stagione di passaggio: nonostante i tanti minuti in campo i punti a referto erano sempre sotto la doppia cifra, e se è vero che i numeri non spiegano l’andamento di un giocatore, per lui fare canestro è sempre stato specchio dell’andamento personale. I 15 realizzati contro Milano possono essere un nuovo trampolino di (ri)lancio per Gentile, che appena compiuti 31 anni potrebbe addirittura sognare un riavvicinamento alla maglia azzurra, lasciata ormai diverse stagioni fa.

Le idee di Pozzecco si presume siano indirizzate in altre direzioni, con un ciclo che sta ringiovanendo sempre più il roster della Nazionale, ma un Alessandro Gentile maturo e in condizione, potrebbe ancora dire la sua da chioccia insieme al veterano Melli, sulla testa del quale ieri ha realizzato un canestro che probabilmente li ha riportati entrambi indietro di qualche anno, quando Ale era dominante e Nick cresceva dietro di lui, in altro ruolo ma nella stessa squadra, quella Milano che con cui hanno condiviso la vittoria dello scudetto 2013-14.

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