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Dopo il meraviglioso oro mondiale ottenuto nelle Filippine due estati fa, la Germania si è ripetuta a EuroBasket 2025, vincendo da imbattuta (9 vittorie in 9 partite) la medaglia d’oro e suggellando un percorso impressionante che conferma la sua ascesa nel panorama del basket europeo e internazionale. Già sul tetto del mondo, il team guidato da Alex Mumbrú (che per problemi di salute ha lasciato il comando al suo vice Alan Ibrahimagic nelle ultime gare) si è issato anche su quello del Vecchio Continente, coronando anni di investimenti, talenti emergenti e maturazione costante.

La Germania vince Eurobasket dopo 32 anni

Per la seconda volta nella storia, la Germania vince il campionato europeo di pallacanestro, superando una combattiva e fortissima Turchia (88-83) in una finale tra le più combattute della storia recente del torneo (con 15 cambi di leadership e 11 parità), mettendosi al collo un oro che alla vigilia era tutt’altro che prevedibile. Un successo che arriva 32 anni dopo il trionfo casalingo del 1993, segnando un altro momento storico per il basket tedesco, ad oggi a conti fatti punto di riferimento per tutti.

Fallita solo la possibilità di andare a medaglia alle ultime Olimpiadi – perdendo in semifinale contro la Francia padrone di casa e poi nella rivincita della finale mondiale con la Serbia – la Germania sapeva e sa di essere ai vertici della pallacanestro e di poter ancora costruire, guardando a Los Angeles con grande ottimismo. A dimostrazione di questo un numero legato al successo di Riga: la squadra tedesca ha chiuso come miglior attacco della manifestazione (oltre 80 punti di media), con la peggior prestazione offensiva rappresentata dagli 85 segnati negli ottavi contro il Portogallo, senza dimenticare che in quattro circostanze ha valicato i 100 punti.

Dentro la storia della pallacanestro mondiale

Con questa vittoria, la Germania diventa una delle poche nazioni a vincere Mondiali FIBA (2023) ed EuroBasket (2025) in successione, unendosi a giganti come Unione Sovietica, Jugoslavia e Spagna, dando continuità a un progetto iniziato diversi anni fa. 9 giocatori erano infatti presenti nella squadra che vinse il Mondiale e sono stati protagonisti anche a questo EuroBasket, segno della continuità e solidità del gruppo, che ha un leader attuale (Dennis Schroder, oggi 32enne) e uno già designato per il futuro (Franz Wagner, 24 anni).

Ma quella dei tedeschi è stata la vittoria del collettivo, dell’essere squadra, probabilmente vero segreto di questo team. Certamente le stelle non mancano, con i già citati Franz Wagner e Dennis Schroder leader tecnici del gruppo e coloro che si prendono le maggiori responsabilità, ma è stata ancora una volta la vittoria dell’insieme, dei gregari. L’esempio è Isaac Bonga, votato come MVP della finale dopo una clamorosa prestazione da 20 punti e poi anche come miglior difensore dell’intero torneo. Ad ogni partita la Germania ha sempre trovato protagonisti diversi, con tutti i componenti che hanno dato il loro contributo durante la manifestazione, come è accaduto a Daniel Theis, ad Andreas Obst, a Maodo Lo, solo per citarne qualcuno in un sistema in cui è girato tutto perfettamente.

L’esplosione del dopo Nowitzki

Questo trionfo europeo della Germania è la vittoria di un movimento che ha saputo attendere il proprio momento e che ha avuto la grande forza di ricostruire dopo il glorioso periodo con Dirk Nowitzki. Dal 2006 al 2022 sono arrivate zero medaglie, ma anche una serie di piazzamenti decisamente deludenti e che hanno fatto prendere dei provvedimenti a tutto il basket tedesco. La federazione ha lavorato benissimo, con la Bundesliga che è cresciuta di livello anno dopo anno, non solo sul piano tecnico, ma con tutte le sedici squadre che giocano in palazzetti moderni e all’avanguardia con il resto d’Europa. Il numero di praticanti è più che raddoppiato per la pallacanestro tedesca, con uno sviluppo di giocatori decisamente importante che ha portato ad aumentare anche il numero di elementi sbarcati oltre oceano in NBA. Un modello virtuoso che ha portato la Germania a primeggiare in Europa e nel mondo, e che dovrebbe rappresentare un esempio per un’Italia che osserva, attualmente, decisamente da lontano.