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Trentasei candeline sulla torta di compleanno di un giocatore esplosivo: alto 175 centimetri ha vinto per tre volte la gara delle schiacciate all’All Star Game

Nathaniel Cornelius “Nate” Robinson è nato a Seattle il 31 maggio 1984 ed è un cestista statunitense, di ruolo playmaker, attualmente free agent. Robinson con i suoi 175 cm, è uno dei giocatori più bassi ad aver mai calcato un parquet NBA, ma è anche uno dei migliori saltatori, visto che raggiunge i 112 cm di elevazione. È soprannominato “The Gadget” per la sua imprevedibilità e le sue dimensioni. Robinson ha frequentato l’università di Washington giocando nella squadra dell’ateneo, i Washington Huskies, sebbene inizialmente giocasse a football nel ruolo di cornerback. Robinson è stato scelto, con la ventunesima chiamata del draft NBA 2005, dai Phoenix Suns, che però lo inserirono nell’operazione che portò Kurt Thomas da New York in Arizona, mentre ai Knicks andarono Quentin Richardson e lo stesso Nate. Robinson saltò una sola partita nella sua stagione da rookie, partendo 26 volte in quintetto. Concluse la stagione con 9,3 punti di media a partita e 2 assist. Durante l’All-Star Weekend 2006, Robinson ha vinto lo Slam Dunk Contest, battendo in finale Andre Iguodala 141-140. Il 20 novembre 2006 Nate è riuscito a stoppare il centro degli Houston Rockets Yao Ming (229 cm). Due anni dopo, Nate torna vittorioso nella gara delle schiacciate battendo Dwight Howard, J.R. Smith e il rookie spagnolo Rudy Fernández. Nell’ultima schiacciata della gara ha saltato sopra Howard vestito da Superman e ha gareggiato con un completino verde speciale dei Knicks, in occasione del giorno di San Patrizio, e con delle Nike verdi. In questo frangente è stato soprannominato Kryptonate, poiché è riuscito a sconfiggere Superman Dwight Howard. Robinson partecipa anche allo Slam Dunk Contest 2010, battendo in finale Demar Derozan e guadagnandosi il 51% dei voti del pubblico, diventando così l’unico giocatore nella storia ad aver vinto tre Slam Dunk Contest. Il 18 febbraio 2010, dopo 5 stagioni nei New York Knicks, viene scambiato per Eddie House, approdando ai Boston Celtics. Con i biancoverdi nei play-off è determinante per la vittoria dei Celtics con gli Orlando Magic in gara 6 segnando 13 punti nel secondo quarto. Tuttavia i celtici, privi del centro titolare Kendrick Perkins, perderanno in finale 4-3 contro i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant e Pau Gasol. Poco più di un anno dopo, nonostante le buone prestazioni dalla panchina, durante l’ultimo giorno del mercato NBA viene scambiato, assieme a Kendrick Perkins, per Jeff Green e Nenad Krstić, finendo così agli Oklahoma City Thunder. A fine dicembre 2011 i Thunder svincolano Robinson che diventa pertanto free agent. Nei primi giorni di gennaio 2012 firma un contratto con i Golden State Warriors, concludendo l’anno con 11,2 punti e 4,5 assist di media. Nell’estate 2012 sceglie invece di accordarsi con i Chicago Bulls. In assenza del playmaker titolare, Derrick Rose, viene concesso a Robinson molto spazio insieme a Kirk Hinrich. L’11 aprile, con i New York Knicks di Carmelo Anthony, realizza il suo season-high, segnando 35 punti. Conclude l’anno giocando tutte le 82 partite e mette a referto le medie di 13,1 punti e 4,4 assist in 25,4 minuti a partita. Dopo svariati contratti firmati per diverse franchigie NBA, che gli offrivano contratti annuali, il 17 marzo 2016 firma con l’Hapoel Tel Aviv. Il 19 maggio realizza, in una partita di playoff, 46 punti con 7 su 10 nel tiro da 3. Robinson oltre ad essere un grande saltatore ed atleta, è sempre stato in prima linea nella lotta contro il razzismo, sostenuta in maniera decisa dagli atleti afroamericani delle maggiori competizioni sportive statunitensi. In questi giorni, dopo l’omicidio di George Floyd da parte di quattro agenti di polizia in circostanze non molto chiare, che sta creando tensione e scompiglio in America, Nate si è attivato molto sui social postando immagini con la scritta “I can’t breathe” (parole usate dallo stesso Floyd mentre l’agente gli bloccava il collo con il ginocchio, ndr.) e arrivando a sfidare ad un incontro di box Jake Paul, “colpevole” di non condividere, usando un eufemismo, l’idea di Kryptonate. Indipendentemente da orientamento politico e sociale, è da lodare l’impegno di atleti come Nate Robinson, che utilizzano la loro influenza per farsi sentire e sostenere la lotta ad argomenti che nel 2020 non vorremmo più sentire.

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