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A due giorni dalla sconfitta degli azzurri con la Slovenia, le pagelle questa volta non le facciamo sulla partita, ma su quella che è stata la spedizione italiana a questa rassegna continentale. Un viaggio iniziato a luglio con non troppe ambizioni, ma che dopo le 4 vittorie nel girone aveva fatto sognare a qualcosa di più di un’uscita agli ottavi di finale. L’Italia è stata surclassata dallo strapotere di Luka Doncic nei primi tre quarti (42 punti, di cui 22 nel primo quarto), per poi reagire nell’ultimo periodo e arrivare a giocarsi la gara nei secondi finale, schiantandosi – a -3 con palla in mano – sulla tabella per via di una scelta di tiro scriteriata di Fontecchio. Un finale triste, figlio di una squadra che è spesso – anche nei tornei precedenti – stata condizionata dall’emotività del proprio coach, dimissionario dopo la fine della partita con la Slovenia.

Gianmarco Pozzecco 5 – Tutti sapevano che questo sarebbe stato il suo ultimo evento in sella alla nazionale italiana, ma lui ci ha tenuto a far sentire il peso della propria scelta, dichiarando prima che potesse farlo il Presidente Petrucci, che non sarebbe più stato il coach di Italbasket. Un ultimo guizzo che descrive la personalità del Poz, un allenatore che ha fatto di entusiasmo e familiarità i propri punti di forza nella gestione di un gruppo con poco talento rispetto a tante altre nazionali di Europa e Mondo. Entusiasmo, familiarità ed energia che hanno sopperito tante volte ad altre mancanze, sue e dei giocatori che ha avuto a disposizione, che hanno però sicuramente il merito di aver speso ogni goccia di sudore disponibile per il proprio coach e per la maglia azzurra. Motivo per cui, a tutti loro, coach e staff compresi, va dato atto. Il finale però è amaro e il voto di Pozzecco insufficiente perché troppe volte si è fatto sopraffare dall’ansia, dalla tensione e dal nervosismo, fili conduttori dei suoi anni da CT.

Simone Fontecchio 6 – Sufficienza per la gara da record giocata contro la Bosnia: 39 punti e primo posto nella classifica dei marcatori in una singola partita ad Eurobasket. Ma per il resto, l’Europeo del nostro leader designato è stato discretamente sottotono, finendo in caduta come quella dell’ultimo possesso contro la Slovenia. Sul -3, con palla in mano, ha attacco il ferro forse per prendere un fallo, sicuramente perdendo l’equilibrio e lanciando una preghiera finita sulla tabella, a simboleggiare la disfatta sua e di una squadra che ha faticato molto a guidare. Sia chiaro, resta attualmente il miglior giocatore che abbiamo a disposizione (lo dimostrano anche i 22 punti realizzati contro Doncic e compagni), ma come accaduto in altre occasione, paga scelte sbagliate in momenti chiave di partite dentro/fuori.

Danilo Gallinari 7 – Arrivato in ritardo dopo aver vinto il primo titolo della carriera, viene trattato come un “di più” e in effetti dimostra di non avere più il ritmo per stare a questo livello. Ma la prestazione contro la Slovenia, nella quale è stato uno di quelli a rimetterci a galla e darci la possibilità di giocarla fino agli ultimi minuti, ci ha mostrato che il talento è rimasto intatto. E ci mancherà. Il canto del cigno – pardon, del Gallo -, ci lascia senza dubbio un po’ più poveri, chiudendo definitivamente l’era azzurra di quella che sarebbe dovuta essere la nazionale più forte di sempre (con lui, Bargnani, Belinelli, Gentile ecc.) e che non ha vinto nulla. All’orizzonte non c’è ancora un Gallinari pronto a prendere il posto, ma tra qualche anno probabilmente rimpiangeremo il suo talento, che ha raccolto molto meno di quello che forse avrebbe meritato.

Saliou Niang 8 – Andiamo alle note liete di questa spedizione europea. Su tutti Saliou Niang, a mani basse il migliore degli azzurri. Sin dalle amichevoli pre-torneo aveva mostrato qualità, che gli erano in precedenza state riconosciute dal bellissimo campionato giocato l’anno passato con l’Aquila Trento. Le ha portate anche sul palcoscenico di Eurobasket, facendo aguzzare la vista già a diversi scout NBA. Quasi sempre in doppia cifra, anche contro la Slovenia disputa una gara di grande attenzione, cura, determinazione, facendo segnare 12 punti con pochi tiri (2/3) e 8/12 ai liberi, sintomo di quanto abbia attacco il ferro. Non sarà accostabile a Gallinari quando aveva la sua età, ma è sicuramente il giocatore più futuribile nell’attuale giro della nazionale maggiore. La stagione che arriva, nella quale indosserà la maglia della Virtus Bologna, potrebbe essere il trampolino per lanciarlo definitivamente anche in campo europeo, confidando che Dusko Ivanovic gli dia spazio in Eurolega. L’immagine del suo europeo è un rimbalzo conteso a Luka Doncic, al termine del quale lo sloveno gli offre la mano e lui guarda da un’altra parte (non apposta probabilmente), per chiedere ragguagli all’arbitro. Un gesto apparentemente di poco valore, che però è sintomo di quanta fiducia questo ragazzo abbia nei suoi mezzi e quanto questo Eurobasket possa essergli stato utile.

Mouhamet Diouf 7.5 – Un gradino sotto a Niang c’è lui, che finalmente ci ha dato la speranza di aver trovato un centro degno di questo nome. Lotta, rimbalzi, canestri da sotto e dalla media, quello che serve quando giochi in area pitturata. Ci mancava un giocatore che potesse diventare un punto di riferimento in pitturato e, possiamo dirlo: l’abbiamo trovato. Diouf sarà compagno di Niang alla Virtus nella prossima stagione e anche per lui la speranza è che possa trovare quello spazio che merita dopo un Eurobasket giocato da protagonista assoluto in maglia azzurra.