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Se non fai canestro, purtroppo, a pallacanestro non vinci le partite, ma può capitare che con tanta voglia, qualche tripla che entra e una difesa sempre molto competente si riesca a uscire dalla sabbie mobili, nelle quali gli azzurri erano impantanati dopo la prima sfida con la Grecia. L’Italia passa quasi 30 minuti incartata sui ferri della Spyros Kyprianou Arena, giocando un primo tempo da appena 32 punti, ma per fortuna, grazie a un parziale di 11-0 nel terzo quarto e alle triple importanti di Ricci e Spissu a inizio quarto periodo, supera l’ostacolo Georgia con autorità, trovando in Saliou Niang il suo uomo copertina.

Goga Bitadze 7.5 – In certi momenti una forza della natura. A rimbalzo, in attacco così come in difesa, fa spesso il vuoto, con un energia che i nostri non riescono a opporgli per la prima metà di gara. Poi stoppa, trascina i compagni e soprattutto fa canestro, chiudendo una prova sontuosa con 22 punti e 4 rimbalzi, tirando 9/13 dal campo.

Alexander Mamukelashvili 6.5 – Giocatore probabilmente di maggior talento in casa georgiana, nei primi 30 minuti è un rebus per la difesa azzurra. Poi si perde nelle maglie della stessa, perdendo connessione con la partita e sbagliando quello che non aveva sbagliato prima, forse anche limitato dal quarto fallo commesso a inizio quarto periodo. Chiude con 13 punti e una prova sicuramente sufficiente.

Tornike Shengelia 4 – Pessima partita per l’ex virtussino. 0 punti con 0/8 al tiro ma soprattutto l’espulsione a meno di 3′ dalla fine tratteggiano una delle peggiori prestazioni in carriera di quello che dovrebbe essere il leader della sua nazionale, trovatosi in questa occasione a perdere ogni confronto diretto con gli avversari… e con i ferri dell’arena cipriota.

Mouhamet Diouf 7.5 – Unico centro di ruolo, in attacco è tra i pochi ad avere precisione al tiro, ma soprattutto l’unico a dare una dimensione interna alla squadra di Pozzecco. 7/9 ai liberi, 3/4 dal campo per 13 punti e tanta sostanza. Il giocatore impacciato dei suoi esordi in maglia azzurra ha lasciato spazio a un ragazzo maturato, tecnicamente e tatticamente, capace di farsi trovare pronto e utile in ogni momento nel quale viene chiamato in causa.

Saliou Niang 8 – Come all’esordio, meglio dell’esordio. Dopo gli 11 punti contro la Grecia e una fiducia sempre più in crescita, contro la Georgia è il migliore in campo, chiudendo con 15 punti (4/6 al tiro) e diventando il primo Under 22 a segnare più di 10 punti per l’Italia a un Eurobasket, dopo Gentile nel 2013. Fino a qui, per quanto riguarda la nostra nazionale, è il suo europeo. Si sfrega la mani la Virtus Bologna, che dalla prossima stagione godrà delle sue capacità (con ampio margine di miglioramento) e di un’autostima cestistica sicuramente cresciuta rispetto alla vigilia di questo torneo.

Fontecchio 7 – Riemerge dalla sabbie mobili della prima uscita con la Grecia pur facendo enorme fatica. Nel primo quarto rivede gli spettri dell’esordio, spadellando dall’arco, poi con qualche libero e un paio di canestri attaccando il ferro trova la prima doppia cifra del suo Europeo e si ricorda di poter fare punti non solo con i piedi dietro la linea dei 6,75 metri. Da li cambia la partita, sua e della squadra, sperando sia solo l’inizio di una serie di momenti positivi. Chiude con 14 punti, 4 rimbalzi e 2 assist.

Giampaolo Ricci 7.5 – Mister Utility è tornato. La sua tripla a fine terzo quarto dà il via alla rimonta e poi al ribaltone azzurro. Prende fiducia, quella che non sembrava aver trovato nel match con la Grecia, e risulta utilissimo nell’aprire il campo, chiudendo con 2/4 da tre che rimpolpa le percentuali fin li pessime degli azzurri dall’arco. Chiude con 8 punti in 15 minuti di gioco, risultando tra i migliori dei suoi, con quelle dediche alla panchina che, forse, ridà entusiasmo a un gruppo che, dopo la Grecia, sembrava particolarmente intristito.

Nicolo Melli 6.5 – Con due triple nel terzo quarto dà all’Italia la scossa per uscire dal momento più faticoso, lanciando il contro parziale (11-0) che consente alla squadra di tornare con la testa avanti nel punteggio. Solido in difesa, è il giocatore a cui ci si aggrappa nei momenti difficili. Il che è ottimo quando trova il canestro, ma diventa complesso se diventa il punto di riferimento offensivo della squadra.

Gianmarco Pozzecco 5 – Non sappiamo se il fantomatico litigio paventato alla viglia della competizione ci sia realmente stato, ma la sensazione è che qualcosa sia successo e che il gruppo fatichi a stargli dietro (e lui dietro a loro). Quando la squadra sgasa, lo fa per meriti suoi, perché dalla panchina non sembra riuscire (più) a dare quel qualcosa in più che, in certe situazioni, servirebbe come il pane. Tutti sanno che sarà la sua ultima competizione alla guida della Nazionale, ma in certe occasioni le idee sembrano davvero confuse e l’energia – sua caratteristica peculiare sin da quando era giocatore – ai minimi storici.