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Una decisione davvero senza precedenti: la NBA e l’Associazione giocatori NBA (ma poi anche il tennis) hanno deciso di boicottare le partite di playoff prefissate nella notte in seguito a quanto accaduto al 29enne afro-americano Jacob Blake. Ecco gli scenari

Una decisione che rischia di creare uno spaccato tra prima e dopo. L’NBA dice no all’ennesimo atto di violenza contro un afro-americano avvenuto qualche giorno fa a Kenosha, nello stato del Wisconsin proprio dove giocano i Milwaukee Bucks di Antetokounmpo che hanno deciso di non scendere in campo a pochi minuti dall’inizio di gara-5 contro Orlando. Un ‘no’ che risuona forte e chiaro e che ha trovato seguito anche nelle altre squadre impegnate nella notte, a tal punto che anche le sfide tra Houston e Oklahoma City e tra Lakers e Portland sono state rinviate a data da destinarsi.

Una scelta che va oltre lo sport e che pertanto rappresenta un messaggio forte anche dal punto di vista sociale, come a dire “basta” in un modo figurato ma molto efficace, ossia fermando l’evento sportivo e tutto lo spettacolo che ne deriva. Sono ore concitate perché, se da un lato c’è grande coesione da parte delle squadre e dei giocatori NBA a non voler giocare per dare un segnale, dall’altro ci si chiede come e se la stagione possa finire. Secondo quanto riportato da The Athletic, Lakers e Clippers avrebbero addirittura votato a favore dello stop definito dei playoff e della stagione, senza che venga assegnato il titolo. Per ora è una scelta condivisa solo dai due team di Los Angeles ma è ancora tutto da chiarire se tale scelta possa essere definitiva e confermata qualora le altre squadre ancora in corsa per i playoff non decidessero di seguirla, andando avanti con un torneo ‘monco’ che priverebbe l’NBA di partite (e quindi soldi) oltre che arrecare un danno d’immagine sul torneo, appunto depauperato dalle prime due forze ad Ovest. Basket, però, ma non solo perché anche il tennis si è unito alla protesta e al boicottaggio: il torneo di Cincinnati, ossia l’ATP Masters 1000 e il WTA Premier 5 che si giocano nella bolla di New York, ha deciso di non scendere in campo giovedì, rinviando tutti i match al venerdì. Uno stop o un rinvio per dire basta alle violenze che poi hanno portato alla terribile morte agonizzante di George Floyd che ha spaventato e acceso la rabbia da ogni dove.

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