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Una vita spesso in salita quella della “stella” della NBA che oggi compie 45 anni. Imprendibile ed estroso in attacco è stato uno dei migliori marcatori del basket americano

Allen Ezail Iverson è nato ad Hampton il 7 giugno 1975 ed è una delle più sfolgoranti stelle mai viste splendere sui campi della NBA. Iverson si iscrisse alla high school, con la quale vinse, durante il suo ultimo anno, sia il campionato di basket che quello di football, venendo addirittura eletto miglior quarterback della Virginia. Il 14 febbraio 1993 Iverson e molti dei suoi amici vennero coinvolti in un alterco con diversi clienti in una pista da bowling a Hampton, Virginia: si scatenò una gigantesca rissa che contrappose bianchi e neri. Nel parapiglia generale Allen venne accusato di aver colpito con una sedia una donna alla testa e così lui e tre suoi amici furono le uniche persone arrestate. Iverson, all’epoca diciassettenne, fu condannato a una pena detentiva di 15 anni. Dopo aver trascorso quattro mesi a Newport News City Farm gli fu concessa la grazia dal governatore della Virginia Douglas Wilder, e la Corte d’Appello della Virginia ribaltò l’iniziale verdetto per insufficienza di prove. Al momento del passaggio all’Università, molti allenatori di college, seppur ammaliati dal suo straordinario talento, nutrivano dei dubbi sul carattere del ragazzo, soprattutto in seguito al clamore suscitato dal periodo di detenzione. Grazie all’aiuto della madre, che pregò l’allenatore John Thompson di ammettere suo figlio all’Università giurando sulla buona condotta dello stesso, Allen si iscrisse alla prestigiosa Università di Georgetown, dove risultò primo nello Stato nella classifica di palle rubate e finì tra i migliori cinque marcatori. Dopo due anni di college, lasciò Georgetown, decidendo di dichiararsi eleggibile per il Draft NBA. Iverson fu la prima scelta al draft NBA 1996, chiamato dai Philadelphia 76ers, squadra in cui ha giocato per ben undici stagioni (fino a metà stagione 2006-07, quando è stato ceduto ai Denver Nuggets). Inizialmente ha ricoperto il ruolo di playmaker, data la sua altezza non troppo elevata, ma con l’arrivo di coach Larry Brown è passato al ruolo di guardia tiratrice, dando libero sfogo alle sue doti realizzative basate soprattutto sulla sua capacità di penetrare e di assorbire i contatti anche di giocatori molto più alti di lui. È stato nominato MVP del campionato NBA 2000-2001, e in quell’anno è arrivato alle finali NBA, perse per 4-1 contro i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant e Shaquille O’Neal guidati in panchina da Phil Jackson. Sempre nella stessa stagione è stato scelto come MVP nell’All-Star Game. Ha vinto inoltre il premio come miglior rookie nella stagione 1996-1997 e il titolo di Top Scorer quattro volte, l’ultima nel 2005 dove concluse la stagione con 33,3 punti di media. Successivamente è tornato a ricoprire, almeno in parte, il ruolo di playmaker. Nonostante ciò, le sue prestazioni realizzative non sono calate, dato che anche nella stagione 2005-2006 si è assestato su medie realizzative superiori ai 30 punti di media. Nel corso della stagione 2006-2007 è stato ceduto ai Denver Nuggets, in cambio di Andre Miller, Joe Smith e due prime scelte future. nella compagine del Colorado ha disputato due stagioni, durante le quali si qualifica ai play-off, venendo però in ambedue i casi eliminato al primo turno. Il 3 novembre 2008 Iverson passa ai Detroit Pistons. In Colorado approdano Chauncey Billups, Antonio McDyess ed il giovane Cheikh Samb. Dopo aver indossato la maglia numero 3 per tutta la carriera, ai Pistons Iverson porta la casacca numero 1. Proprio in seguito alle ottime prestazioni in regia fornite dal playmaker Stuckey, Iverson è tornato a ricoprire il ruolo che aveva avuto a Philadelphia, quello di guardia tiratrice. Complici una serie di problemi alla schiena (questa perlomeno è la motivazione ufficiale), nel finale di regular season è stato prima escluso dal quintetto base in favore del compagno Rip Hamilton e poi costretto a terminare in anticipo l’annata, proprio in vista dei play-off. Dopo un’esperienza quasi mai iniziata con i Memphis Grizzlies, il 2 dicembre 2009 annuncia il suo ritorno sul parquet con la casacca dei Philadelphia 76ers. Nel corso della stagione, Iverson è costretto a saltare molte partite (e anche l’All-Star Game), prima per problemi di artrite al ginocchio sinistro e poi per stare vicino alla figlia malata. Allen, decide di comune accordo con la società di terminare in anticipo la stagione. Nell’arco di quattordici stagioni disputate in NBA dal 1996 al 2010, ha giocato 961 partite, segnato 25.799 punti per una media di 26,84 punti/partita. Soprannominato “The Answer”, Iverson è stato uno dei più forti realizzatori di ogni epoca: in cinque stagioni ha superato la media di 30 punti a partita e per quattro stagioni è stato top scorer della Lega.

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