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Dopo la lunga attesa dovuta al rinvio per la pandemia, le Olimpiadi di Tokyo sembrano finalmente in procinto di partire con le nuove date designate: dal 23 luglio al 8 agosto.

In quel frangente le nazioni di tutto il mondo si daranno sportiva battaglia nelle competizioni e nelle discipline più diverse. Regina da sempre, quella dell’Atletica Leggera, che però da tempo è anche uno dei punti deboli della nostra spedizione azzurra, tanto che a Rio de Janeiro nelle ultime disputate nel 2016 non riuscimmo a portare a casa nemmeno una medaglia.

Quali sono le nostre speranze questa volta? Scopriamole insieme.

La velocità azzurra

I numeri della velocità azzurra sono fermi alle ormai lontane medaglie di Mennea (oro) e della 4×400 (bronzo) alle Olimpiadi del 1980. Da allora nessuno è più riuscito a mettersi al collo un metallo qualsiasi.

Ecco perchè questa volta c’è particolare fermento per le ultime uscite del nostro rappresentante migliore proprio nella disciplina d’onore della specialità, i 100 metri.

Lamont Marcell Jacobs si è non solo qualificato alla grande, ma proprio nell’ultima apparizione ufficiale ha piazzato un pazzesco 9.95 che rappresenta non solo il nuovo record italiano, ma anche l’ottava prestazione mondiale dell’anno.

Certo davanti a lui ci sono alcuni dei grandi favoriti per l’oro, a cominciare da Trayvin Bromell che come personale in stagione ha un 9.77, ma come detto a differenza di molte altre occasioni, non sembra esserci un solo protagonista assoluto.

Bracy, Young, Kerley sono avanti solo di qualche centesimo, Baker, Martin e Leotlela addirittura di un solo centesimo stando al miglior tempo dell’anno. Insomma in una gara secca come quella della finale olimpica, tutto potrebbe davvero succedere, anche per il nostro azzurro in fase di grande crescita.

E sarà un peccato peraltro non vedere ai blocchi di partenza anche Filippo Tortu, pronto a dare manforte a Jacobs, Davide Manenti ed Eseosa Desalu in una staffetta 4×100 di grande spessore. Difficile, se non impossibile, competere realmente per una medaglia, ma i ragazzi proveranno a dare il massimo.

Un’Olimpiade in cui peraltro avremo diverse staffette impegnate: dalla 4×100 femminile (Herrera Abreu, Gloria Hooper, Anna Bongiorni e Irene Siragusa) alla 4×400 Maschile (Benati, Sibilio, Lopez, Aceti) e Femminile (Mrchiando, Nardelli, Lukudo, Folorunso), fino alla 4×400 mista (Scotti, Trevisan, Mangione, Davide Re). Per tutti l’ambizione massima sembra quella di raggiungere la finale, ma non si sa mai.

Nei singoli davvero complicate le possibilità di Davide Re nei 400 metri maschili (in stagione ha soltanto il 79° tempo con 45.76 anche se dovesse migliorare il suo personale di 44.77 si potrebbe pensare almeno alla finale), così come per la Luminosa Bogliolo (lontana per il momento dai tempi per la finale dei 100 ostacoli) e il duo Pedroso e Folorunso impegnate nei 400 ostacoli femminili (con scarne possibilità però).

La maratona italiana

Tutt’altro discorso invece per quanto riguarda la maratona azzurra, che storicamente ha saputo diverse volte tirare fuori il cilindro dal cappello nel medagliere.

Basti pensare allo splendido oro di Stefano Baldini nel 2004 o quello di Gelindo Bordin nel 1988.

Quest’anno servirà qualcosa di straordinario per gli azzurri in gara per ambire a una medaglia, ma tra i quattro che hanno ottenuto il tempo minimo per Tokyo (anche se il CONI non ha ancora sciolto i nomi che potranno partecipare, avendo solo 3 carte libere probabilmente), indubbiamente sono Eyob Faniel e Yassine Rachik quelli che partono con i tempi migliori in queste ultime stagioni.

Faniel ha ancora tra le mani un record italiano (2h7’19”) ottenuto a Siviglia lo scorso anno e che sarebbe valso l’oro Olimpico in quel di Rio de Janiero solo quattro anni or sono (con Eliud Kipchoge che si aggiudicava la gara con un 2h08’44”). Ma anche il miglior personale di Yassine con 2h08’05” del 2019, avrebbe ottenuto lo stesso piazzamento.

Peccato che in questo ultimo anno il tempo migliore sia quello di Yassine El Fathaoui che con 2h10’10” ha staccato il pass olimpico e si candida a un ruolo da possibile protagonista.

Molto più complicata la situazione nel campo femminile, con Sara Dossena in pole grazie al suo 2h24′ netti che resta il miglior tempo italiano visto che Valeria Straneo non è alla fine riuscita a rientrare nel minimo per le Olimpiadi (nonostante sia proprio lei la primatista italiana). Ma qua la concorrenza sembra davvero fuori portata.

Gli azzurri delle lunghe distanze

Altra specialità che ci ha regalato grandi emozioni (e diverse medaglie) è la Marcia, soprattutto nella distanza dei 20Km dove abbiamo un nutrito gruppo di rappresentati di ottimo livello.

In campo maschile le speranze sono affidate soprattutto a Massimo Stano, primatista italiano della specialità (1h17’45”) anche se mai sotto 1h20′ in quest’ultimo anno. Poco meglio di lui sono riusciti a fare Federico Tontodonati (1h20’12”) e Francesco Fortunato (1h19’43”). Tempi che al momento sembrano lontani dai fortissimi cinesi che domineranno presumibilmente la corsa alle medaglie, ma anche in questo caso la fiammella resta accesa fino all’ultimo metro.

Discorso simile per Eleonora Giorgi, che guiderà insieme a Antonella Palmisano, Valentina Trapletti e Mariavittoria Becchetti, proveranno nel miracolo di mettersi in scia della Yang e le altre marziane cinesi.

Discorso a parte per il nostro Yemaneberhan Crippa che si cimenterà nei 5km e nei 10km, dove detiene il primato italiano in entrambe le specialità. Sulla carta le possibilità di arrivare nei primi tre sono piuttosto scarne, come si può vedere dai tempi di questa stagione che hanno visto gli etiopi alzare l’asticella ben sotto i 13 minuti nei cinquemila e i 27 per i diecimila. Tempi al momento fuori portata per l’azzurro che dovrà superarsi per sperare almeno di lottare per le prime posizioni in gara.

Un salto di speranza

Sulla pedana del salto invece, ecco che arrivano almeno due nomi che potrebbero regalarci sorprese. Il primo è certamente quello di Gianmarco Tamberi, non solo perchè i suoi numeri sono in linea con le migliori prestazioni al mondo (ad Ancora il suo 2,35 di marzo scorso è tutt’ora la seconda assoluta di stagione), ma anche e soprattutto perchè l’infortunio che l’aveva tenuto fuori dai giochi in Brasile è ancora una ferita aperta da superare al più presto.

L’assenza del pubblico non lo agevolerà, lui che ha sempre fatto del coinvolgimento in pedana uno dei suoi punti di forza. Gli avversari sono però molti e tutti temibili, a cominciare da Ilya IVANYUK che comunque ha già messo un 2,37 proprio il mese scorso.

Tutti gli occhi sono poi su Larissa Iapichino, che però molto francamente sembra ancora molto acerba per puntare davvero a una medaglia nel salto in lungo, per cui serviranno almeno 7 metri molto probabilmente (ben oltre il suo record personale di 6,91). Può però migliorarsi e puntare se non altro a un buon piazzamento finale, là dove arrivare nelle prime sei sarebbe già risultato di prestigio vista la giovane età e i margini enormi.

Per Elena Vallortigara, protagonista nel salto in alto femminile, molto dipenderà dal livello della gara di Tokyo. Negli ultimi Europei non è sembrata in grande condizione con il suo 1,87 che le è valso solo un 14°posto finale, ma riuscisse a tornare sui suoi livelli di qualche anno fa (il 2,02 del 2018 per esempio), potrebbe persino puntare al podio. Rimane una lieve speranza però. Mentre per la Roberta Bruni nel salto con l’asta, serve qualcosa di più simile a un miracolo (anche se il suo record personale ottenuto proprio qualche settimana fa con un 4,70 lascia qualche spiraglio almeno per una buona prova).

Per Emmanuel Ihemeje nel salto triplo, sarà occasione di mettere in mostra i suoi grandi miglioramenti, ancora lontani però da un posto in zona medaglia.

La possibile sorpresa: il lancio del peso

A vedere la sua progressione nel lancio del peso, c’è da fare veramente dei grandi sogni in vista di Tokyo. Il giovane Leonardo Fabbri (classe 1997) negli ultimi anni ha alzato la sua misura fino ad arrivare a ridosso dei migliori al mondo, intorno alla soglia dei 22 metri.

Il gap con i più accreditati rivali americani (e non solo) c’è, ma non è poi così marcato come in passato e sulla gara singola possono davvero vedersi sorprese interessanti.

Sarà obbligatorio migliorarsi ancora, ma dopo un’annata difficile (compreso il covid che lo ha tenuto lontano dagli allenamenti per un po’), il gigante toscano può fare molto bene. Coadiuvato peraltro da un buon Zane Weir, proprio da quest’anno diventato italiano a tutti gli effetti e che farà la sua prima apparizione in maglia azzurra proprio alle Olimpiadi.

Tutti gli italiani in gara a Tokyo nell’Atletica

  • 100 metri maschili: Lamont Marcell Jacobs
  • 400 metri maschili: Davide Re
  • 4×100 maschile: Eseosa Desalu, Marcell Jacobs, Davide Manenti e Filippo Tortu
  • 4×100 femminile: Johanelis Herrera Abreu, Gloria Hooper, Anna Bongiorni ed Irene Siragusa
  • 4×400 femminile: Eleonora Marchiando, Petra Nardelli, Raphaela Lukudo, Ayomide Folorunso
  • 4×400 maschile: Lorenzo Benati, Alessandro Sibilio, Brayan Lopez e Vladimir Aceti
  • 4×400 mista: Edoardo Scotti, Giancarla Trevisan, Alice Mangione, Davide Re
  • 100 ostacoli femminili: Luminosa Bogliolo
  • 400 ostacoli femminili: Yadislesis Pedroso
  • 400 ostacoli femminili: Ayomide Folorunso
  • 5000 e 10000 metri maschili: Yemaneberhan Crippa
  • Marcia 20Km maschile: Massimo Stano, Matteo Giupponi, Federico Tontodonati, Giorgio Rubino
  • Marcia 20Km femminile: Antonella Palmisano, Valentina Trapletti, Eleonora Giorgi, Mariavittoria Becchetti
  • Marcia 50Km maschile: Stefano Chiesa, Teodorico Caporaso
  • Maratona maschile: Yassine Rachik, Eyob Faniel, Yassine El Fathaoui (o Daniele Meucci)
  • Maratona femminile: Sara Dossena, Giovanna Epis
  • 3000 siepi maschili: Osama Zoghlami, Ahmed Abdelwahed
  • Salto con l’asta femminile: Roberta Bruni
  • Salto in alto femminile: Elena Vallortigara
  • Salto in lungo femminile: Larissa Iapichino
  • Salto in alto maschile: Gianmarco Tamberi, Stefano Sottile
  • Lancio del peso maschile: Leonardo Fabbri, Zane Weir