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Nato il 13 settembre del 1967 Michael Johnson ha sbaragliato il campo nei 200 e nei 400 metri ottenendo le vittorie più importanti e realizzando incredibili record

Nato a Dallas il 13 settembre del 1967, Michael Johnson era il più giovane di cinque fratelli. Michael aveva uno stile di corsa tutto suo, caratterizzato da busto eretto, testa alta, passi corti e poco movimento delle braccia. Ciononostante sapeva coniugare tutto questo in prestazioni al di sopra della media che lo fecero ben presto diventare uno degli atleti di riferimento nel settore della velocità. Dopo aver rinunciato, a causa di disturbi fisici, ai Giochi Olimpici del 1988, la consacrazione in campo mondiale arrivò nel 1991, quando Michael Johnson vinse i 200 metri ai Campionati mondiali di Tokyo. L’Olimpiade era dietro l’angolo: debuttò a Barcellona 1992, non riuscendo tuttavia a qualificarsi alla finale dei 200 metri, a causa di un’intossicazione alimentare. La medaglia, quella d’oro arrivò pochi giorni dopo: Johnson era uno dei componenti della staffetta 4×400 m, che stabilì anche il nuovo record mondiale in 2’55″74. Dopo il disappunto per la mancata finale dei 200 metri ai Giochi olimpici, Johnson concentra la sua attenzione anche sui 400 metri: il primo acuto è d’oro ai Mondiali di Stoccarda del 1993. Nel 1995, ai successivi Campionati mondiali di Göteborg, in Svezia, Johnson conquista la sua prima “doppietta” in un grande evento, trionfando sian nei 200 che nei 400 metri, aggiungendo il terzo oro come componente della squadra di staffetta 4×400 m. L’anno successivo “Superman” (come cominciavano a chiamarlo nell’ambiente) abbassò lo storico record mondiale dei 200 metri dell’italiano Pietro Mennea, portandolo a 19″66 durante i campionati nazionali statunitensi. Con questa prestazione si qualificò ai Giochi olimpici di Atlanta, preparandosi all’impresa “impossibile”: vincere per la prima volta sia il titolo dei 200 che dei 400 m piani, impresa mai riuscita fino a quel momento a nessun atleta maschile nella storia dei Giochi olimpici. Il 29 luglio vince facilmente il titolo dei 400 m con il tempo di 43″49, distanziando di quasi un secondo il britannico Roger Black e di 1″04 l’ugandese Davis Kamoga. Il 1º agosto, nella finale dei 200 metri, Johnson corre i primi 100 metri in 10″12 e percorre la seconda frazione nel tempo stratosferico di 9″20, chiudendo la gara con il tempo di 19″32, incredibile nuovo record mondiale durato 12 anni e 19 giorni. Durante la gara raggiunse la velocità media di 37 km/h. Nel 1998 Johnson fu colpito da un nuovo infortunio e nella stagione successiva la sua preparazione ai Campionati mondiali di Siviglia fu ridotta a sole quattro gare sui 400 metri, a causa di ulteriori problemi fisici. Concluse la sua carriera ai Giochi olimpici di Sydney vincendo i 400 metri e la staffetta 4×400 m e portando così il totale dei suoi ori olimpici a 5. Il 6 giugno del 2012 ha avuto accesso alla IAAF Hall of Fame. L’unico lato negativo della carriera di Michael Johnson è riferito ad una vicenda postuma. Nel 2003 venne rivelato che a Jerome Young era stato consentito di partecipare ai Giochi olimpici di Sidney (dove aveva corso nei turni preliminari della 4×400 m), nonostante fosse stato trovato positivo agli steroidi a un test antidoping nel 1999. Una corte d’appello della USA Track & Field aveva rigettato la decisione dell’esperto di doping dell’organizzazione, permettendo a Young, nonostante la positività, di partecipare. Il 18 luglio del 2004 la IAAF stabilì che Young non era eleggibile per prendere parte ai Giochi olimpici e decise di annullare i risultati dell’atleta statunitense, inclusi quelli delle staffette. Con questa decisione gli USA furono squalificati dall’ordine d’arrivo della 4×400 metri a Sydney e l’oro venne consegnato alla nazionale seconda classifica, la Nigeria seguita da Giamaica e Bahamas. Nel giugno 2007, Antonio Pettigrew, uno dei quattro componenti di quella staffetta ammise di aver utilizzato sostanze dopanti decidendo di restituire la propria medaglia d’oro. In seguito alla confessione del suo compagno di staffetta anche Johnson affermò di voler restituire tale medaglia, dichiarando che quell’oro non gli apparteneva. Nel 2008 il CIO decise di privare ufficialmente gli USA del titolo olimpico del 2000 nella staffetta 4×400 m, rendendo il titolo vacante e rimandando una riassegnazione delle medaglie in futuro. Johnson ha ottenuto per 22 volte un tempo inferiore ai 44 secondi in gare sui 400 m piani. Nei 200 è sceso 17 volte sotto i 20 secondi e 6 volte sotto 19″80. Ha detenuto il record mondiale sui 200 metri dal giugno 1996 all’agosto del 2008, quando è stato migliorato dal giamaicano Usain Bolt. Michael Johnson è rimasto per gran parte degli anni ’90 praticamente imbattuto sugli sprint lunghi. Dopo il ritiro, viene spesso invitato a trasmissioni televisive in qualità di esperto di atletica leggera ed è stato l’agente del campione dei 400 metri, il bianco statunitense Jeremy Wariner.

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