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Da qualche tempo, non si fa che parlare di Diao. Non però per un dribbling ubriacante, per un gol sotto al sette, per un passaggio illuminante o chissà quale altro gesto tecnico. La causa del dibattito sul calciatore senegalese risiede nel silenzio che lo circonda. Diao c’è, ma al contempo non si sa dove sia. È un po’ come il gatto di Schroedinger.

Diao si è fatto male lo scorso anno. Contro la Lazio avrebbe dovuto giocare, ma ha avuto una ricaduta. Sul sito del Como prima si è parlato semplicemente di “infortunio al piede destro”. Poi, però, sei giorni fa, l’analisi è stata più accurata ancora: “fissurazione ossea della diafisi del quinto osso metatarsale del piede destro”.

Che, in termini medici, non è proprio una frattura, ma ci si avvicina parecchio. È strano, perché questo tipo di problemi vengono definiti degenerativi, non traumatici, cioè non seguono a contatti di gioco particolarmente gravi, ma riguardano la struttura ossea stessa del soggetto, in evidente pericolo da questo punto di vista.

Diao è un classe 2005, il Como lo ha acquistato a gennaio per “appena” 12 milioni. Oggi ne vale 30 (dati Transfermarkt), ma un dubbio sulle sue condizioni di salute va almeno posto, soprattutto se pensiamo che in inverno Diao salterà almeno un mese di campionato – se non di più – a causa della Coppa d’Africa. Ecco perché, allora, Fabregas parlando di lui ha usato parole tutt’altro che rassicuranti:

“Diao mi preoccupa seriamente, non sta bene: è una cosa che va con quello che era successo all’infortunio dell’anno scorso”. È una cosa che va con. Cioè non è quella cosa che torna, ma una cosa nuova.

“Se dopo 4 mesi e l’operazione eseguita succede qualcosa, anche di piccolo, la situazione mi preoccupa. È importante per noi, può fare ruoli differenti e lui è già dentro la nostra dinamica rispetto ad alcuni giovani. Ora dobbiamo forzare altri giocatori e non possiamo dargli tanto tempo, però vediamo come va. Non voglio dire quanto sarà la durata, perché sicuramente sbaglio. Arriverà un comunicato, quando qualcuno si prenderà la responsabilità di farlo”.

Ecco, il Como la responsabilità se l’è presa. Noi possiamo dire per certo che il ragazzo che compirà 20 anni il prossimo 7 settembre non sta bene, e che tornerà non prima di ottobre, se non metà ottobre e, secondo alcune stime pessimistiche, non prima di novembre.

Lo stesso Fabregas ha aggiunto, quasi a denti stretti: “Se vai per la strada corta o se fai una strada più lunga adesso per avere il 100% e dura di più dopo. Sei più sicuro. Non sono un dottore però, non lo so, stanno controllando gli specialisti. Non è una frattura, è un problema nella zona dove ha messo la placca”.

Il mistero continua.