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La prima uscita dell’Italbasket all’Europeo non è di quelle memorabili. La squadra di Pozzecco insegue per tutto il match, resta in gara per poco più di un quarto e poi legge la targa della Grecia, che senza strafare chiude 75-66, trascinata dai 31 punti (e 7 rimbalzi) di Giannis Antetokounmpo.

Giannis Antentokounmpo 9 – Primo tempo – e partita nel complesso -, da campione vero. Un canestro in allontanamento sulla testa di Melli che vale la serata nella prima frazione, poi un dominio assoluto ogni volta che metteva piede dentro l’area dei tre punti. 31 punti con 14/20 al tiro (solo da due), 7 rimbalzi e 29 di valutazione. C’è indiscutibilmente la sua firma nella prima vittoria della Grecia a Cipro. E con la sconfitta della Spagna, all’esordio con la Georgia, la squadra ellenica diventa (dopo la prima giornata) la candidata principale a chiudere il girone da capolista.

Nicolo Melli 7.5 – 9 dei primi 12 punti sono suoi, con i quali respinge le voci di un presunto litigio con Pozzecco alla vigilia dell’esordio con la Grecia. Chiude con 6/12 al tiro (5/8 da due) e 7 rimbalzi, risultando l’unico baluardo al quale appellarsi per restare in partita nella prima parte di gara. Sempre affidabile, in certe occasioni esagera con la confidenza dall’arco, ma considerata la pochezza realizzativa dei compagni in questa occasione, ha fatto bene.

Saliou Niang 7 – Entra nel secondo quarto, in un momento di enorme difficoltà azzurra e segna un canestro dopo rimbalzo in attacco che fa pensare a un suo impiego tardivo rispetto al merito. Vibrazioni molto positive a ogni suo ingresso in campo, nei quali da brio sia al gioco sia all’animo dei cinque sul parquet, spesso emotivamente spenti. I segnali lasciati dopo le amichevoli sono stati confermati alla prima vera gara tra i grandi. Chiude con 11 punti (5/7 al tiro), 4 rimbalzi e 14 di valutazione. L’avevamo già previsto nella presentazione del match, ma sembra aver totalmente scalzato Procida nelle scelte del coach, meritatamente. Bravo!

Fontecchio 4 – Impalpabile, dall’inizio alla fine. Fatica ad attaccare il ferro contro una difesa che lo pressa ma non lo assilla nemmeno troppo. Nel primo tempo tira poco (anche per merito della difesa), nel secondo continua facendo anche peggio. Chiude con 1/11 al tiro e -11 di valutazione, meritando tutte le critiche del caso. L’Italia non può permettersi passaggi a vuoto del genere dal suo giocatore di maggior spessore. Occorre resettare e tornare a vestire i panni che gli spettano in questa squadra, quelli del leader!

Matteo Spagnolo 7 – Tra gli azzurri da salvare c’è Matteo Spagnolo che, come speravamo alla vigilia del match, è stato scelto come playmaker titolare della squadra. Senza paura, finalmente il brindisino ha saputo prendersi responsabilità quando doveva, chiudendo con un dignitoso 4/10 dal campo, 10 punti e una sola palla persa (dettaglio tutt’altro da sottovalutare per il ruolo ricoperto e l’alto livello della competizione). La sua prestazione è una delle poche note positive di questo match, che quantomeno ci ha fatto capire di aver trovato un gestore del gioco degno di questo nome. L’età e il tempo, a livello di competizioni internazionali, sono dalla sua parte, ma sarebbe opportuno riuscisse a trovare continuità già in questa kermesse.

Danilo Gallinari 6 – Per essere all’esordio dopo non aver messo ancora piede in campo da quando è arrivato in raduno, poteva andare peggio. Se ci immaginiamo il Gallinari dei tempi d’oro, scordiamocelo: non può più essere quel giocatore. Soffre la difesa tosta e fisica dei diretti avversari, ma resta uno spauracchio per tutti, tanto da tenerlo alla larga dall’area, anche dalla linea dei 6.75m. Chiude con un non eccelso 1/6 al tiro (1/4 da tre e 5/5 dalla lunetta) e 3 rimbalzi. Sicuramente non ci ricorderemo di questa sua prestazione, ma in una partita non memorabile per tutta l’Italia, il suo ritorno in campo fa bene al cuore, e probabilmente con un po’ più di fiducia e di abitudine a questo livello saprebbe ancora dire la sua. Al tiro nessuno può battezzarlo, ma la squadra deve cercare di costruirgli tiri più aperti possibili.