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L’Italia non sarà mai un Paese unito. Una lingua come l’italiano, realmente, non esiste. Come non esiste l’italiano etnicamente parlando, nonostante la politica ci marci sopra da secoli. Cosa è l’Italia? Dirlo non è facile, tutt’altro. Ma se c’è una cosa che unisce i cittadini italiani, di qualsiasi sesso religione fede essi siano, è senza dubbio il giuoco del calcio. Lo è al punto tale che Gioannfucarlo, il compianto Brera, coniò persino la sua facies divina: Eupalla.

Ora, da anni, vuoi per quel gusto anglofilo ed esterofilo degli italiani, altruisti tanto al chilo, solo quando si tratta di criticare i costumi della patria – l’erba del vicino… – ça va sans dire, orbene, da anni si parla della Serie A con toni spregiativi, qualunquisti. Siamo da decenni nella banter era, come dicono quelli della Gen Z. Ma in Europa le nostre squadre dicono la loro, e il campionato è molto più combattuto dei nostri omologhi europei. Quest’anno, soprattutto, l’incertezza sembra regnare sovrana. Non tanto per il primo posto – a dire il vero, anche –, quanto per i primi posti e gli ultimi, mai così equilibrati per valore delle rose, forza degli allenatori, variabili (in)dipendenti in corso di stagione, su tutte la Coppa d’Africa – cui non a caso abbiamo dedicato un capitolo apposito, più sotto.

Quale che sarà l’esito della stagione, siamo pronti ancora una volta a riunirci appassionatamente sotto la bandiera del calcio italiano, l’unica grazie alla quale possiamo urlare al cielo d’essere italiani.

Il campionato di Serie A 2025/26 inizierà il 23 agosto 2025 e finirà il 24 maggio 2026.

Metà Serie A si gioca l’Europa

Potremmo spingere il nostro afflato patriottico – bisogna pur battere il ferro finché è caldo! – fino ad affermare che il grande equilibrio della Serie A 2025/26 riguardi non solo le zone alte, ma la zona più alta della classifica. Freniamo la nostra penna, calibriamo i battiti del cuore. Rimane evidente un fatto, dato non dai numeri ma da una sensazione che scaturisce dall’analisi degli stessi: la prossima Serie A rischia di essere la più ingarbugliata ed equilibrata degli ultimi venti anni, ad iniziare dalle zone alte della classifica.

Il Napoli di Antonio Conte, con alle spalle una consapevolezza diversa e un mercato importante, che ha aggiunto non solo co-titolari (Lucca) ma titolari veri e propri (come De Bruyne e Noa Lang, o Beukema), rimane la grande favorita al titolo. Ma attenzione agli impegni europei, che il Napoli non aveva lo scorso anno, e occhio soprattutto al fardello del titolo di Campione in carica, che ha spinto un sergente d’acciaio come Scott McTominay a tenere alta la guardia: «amma faticà again».

Alle spalle del Napoli, si leccano i baffi almeno due squadre: il Milan di Max Allegri, che si è rinforzato e non ha le coppe, e l’Inter di Christian Chivu, che a livello di rosa ha aggiunto qualche tassello importante e ha un allenatore che si gioca la grande occasione della carriera. A nostro avviso, tuttavia, il progetto Milan parte leggermente avanti, anche per motivazioni di rosa – profondamente rinnovata, soprattutto a centrocampo. Poco dietro a livello di rosa ci sarebbe l’Atalanta, che ha però perso il duo Lookman-Retegui (il primo non ufficialmente, ma ufficiosamente sì) e soprattutto riparte dopo nove anni da un nuovo allenatore (Juric), che tutto meno che bene ha fatto negli ultimi tempi.

Ecco allora che nelle crepe, poco visibili ma reali, delle sopracitate, possono inserirsi squadre (di poco) meno forti che ambiscono idealmente anche al traguardo massimo. Pensiamo alla Juventus di Igor Tudor, che ha ritrovato alcuni nomi importanti (come Bremer) assenti per infortunio nell’ultima stagione e che ha aggiunto elementi decisamente interessanti (come David) ad una rosa già forte e strutturata per competere ad alti livelli. Lo stesso dicasi della Fiorentina, che non ha venduto quasi nessuno in estate, ha tenuto Kean e ha deciso di ripartire da un allenatore di grande livello come Stefano Pioli, vincitore dello Scudetto appena tre anni fa al Milan.

Incognite tutte da smentire per Gasperini alla Roma. Il progetto dei Friedkin è ambizioso. Massara e Ranieri stanno operando alacremente sul mercato per regalare al Gasp una rosa a sua immagine. Per giungere pure alla somiglianza, ci vorrà forse un po’ di tempo. Tutto sta nel capire quanta pazienza avranno i tifosi giallorossi nel seguire l’allenatore che ha dimostrato d’essere uno tra i migliori al mondo negli ultimi anni.

Ancora più incognite e misteri aleggiano su Bologna e Lazio. I felsinei, reduci da una stagione da sogno, tra voli continentali e successi nazionali, continuano il progetto avviato due anni fa. La squadra ha perso diversi elementi, e non è detto che sia riuscita a sostituirli degnamente. Sartori è un maestro, Italiano si sta rivelando uno dei migliori allenatori in Italia. Ma, ripetiamo: la situazione è delicata e tutt’altro che scontata. Per i biancocelesti, invece, il ritorno di Maurizio Sarri – senza le coppe – annunciato a giugno sembrava poter presagire una grande stagione, ma il blocco del mercato rischia di frenare sul nascere il sequel del sarrismo nella capitale. Ad ogni modo, per valori della rosa e dell’allenatore, top 5 del nostro campionato, la Lazio rientra pienamente nella corsa europea.

L’ultimo slot, la decima squadra che può insidiare dal basso tutte le altre, è il Como di Cesc Fabregas. Il mercato, come da attese, è stato di altissimo livello, e l’allenatore spagnolo, cercato da alcune delle nostre grandi (almeno Roma e Inter) in estate, ha deciso di continuare il progetto firmato con gli Hartono, i più ricchi della Serie A. La dirigenza lombarda ha lavorato su giovani già forti ma anche di prospettiva, aggiungendo inoltre un giocatore insieme forte ed esperto come Alvaro Morata, che può sicuramente guidare gli altri nella crescita. Ci sono tutte le condizioni perché il Como sia la vera sorpresa del nostro campionato.

L’incognita africana

Non tutte le variabili sono pronosticabili, tranne quelle che già si conoscono naturalmente. In questo senso la Coppa d’Africa rappresenta un appuntamento obbligato che coinvolgerà, dal 21 dicembre 2025 al 18 gennaio 2026, almeno 20 giocatori del nostro calcio. Alcune squadre saranno colpite maggiormente, altre meno.

Se il Napoli può stare tranquillo, con appena un giocatore convocabile (Anguissa), se l’Inter e la Juventus non hanno di che preoccuparsi, avendone zero in rosa, il Milan potrebbe perdere Chukwueze (nigeriano). L’Atalanta, in caso di cessione di Lookman, resterebbe con il solo Odilon Kossounou, campione in carica con la Costa d’Avorio ai tempi del Bayer Leverkusen.

Delle squadre in lotta per l’Europa, quella che rischia di perdere più giocatori è la Lazio, che ne ha addirittura tre: Dia, titolare del Senegal, Dele-Bashiru, nigeriano, e Belahyane, già inserito dal Marocco nell’ottobre del 2024. Sponda Roma, rischiano di partire Ndicka (Costa d’Avorio) e El Aynaoui (Marocco). A proposito di Marocco, la Fiorentina potrebbe perdere Richardson, il Como invece Diao (Senegal). Il Torino, delle squadre di medio-bassa fascia, potrebbe invece perdere Aboukhlal e Masina (Marocco), oltre a Saul Coco (Guinea).

In zona retrocessione, il Lecce potrebbe perdere fino a cinque giocatori: Coulibaly (Mali), Banda (Zambia), Gaspar (Angola), Rafia (Tunisia) e N’Dri (Costa d’Avorio). L’Udinese infine ha in rosa il portiere nigeriano Maduka Okoye (attualmente squalificato), l’ivoriano Kamara, lo zimbabwiano Jordan Zemura e l’angolano Rui Modesto.

Metà Serie A lotta per non retrocedere

Se escludiamo il Torino, mai come nell’anno che verrà «squadra di media classifica», le restanti nove rischiano tutte di giocarsi la salvezza fino all’ultima giornata o quasi. Noi, al momento, non vediamo enormi differenze tra l’una e l’altra.

Parte leggermente meglio il Genoa, che già dalla prima uscita ufficiale stagionale in Coppa Italia ha dimostrato (tramite Stanciu e Carboni) di aver fatto un ottimo mercato in estate. Il Sassuolo, di troppo in Serie B, ha una squadra buona a sufficienza per salvarsi con tranquillità in Serie A, ma molto dipenderà dallo stato di forma dei suoi migliori elementi.

Dopo di loro, è lotta furiosa. Pisa, Cremonese, Cagliari, Hellas Verona, Lecce, Udinese, Parma. Dire con certezza chi parta avanti è un grosso azzardo. Tutte, nessuna esclusa, si giocano la salvezza punto a punto. Purtroppo per loro, per fortuna di noi appassionati, che resteremo incollati alla televisione dalla prima alla trentottesima giornata.