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Odiato da tutti. Amato da molti. Rimproverato, sottovalutato. Non è affatto facile descrivere in poche parole la persona e il talento di Sergio Ramos. La narrazione ci impone di delinearne la figura e la metafora è la chiave di accesso allo scrigno andaluso: Sergio Ramos è una montagna russa vivente. Salire e scendere non è per lui un accadimento fortuito, ma l’essenza stessa del suo più intimo carattere. Cos’è che caratterizza una montagna russa? Non lo spavento, non la discesa che segue rapida e ripida ad una salita, ma il divertimento che connesso all’adrenalina essa ci provoca. Da Sergio Ramos non sapete cosa aspettarvi, ma di una cosa siete certi: con lui l’intrattenimento è assicurato.

Siviglia – Madrid sola andata

Nato in Andalusia il 30 marzo del 1986, porta con sé tutti i caratteri di una terra caratterizzata dalla meravigliosa ricchezza della varietà socio-culturale. Non un caos etnico, sia chiaro, ma uno splendore secolare: Granada, Cordoba, Sevilla. Qui, nell’ultra-cattolica e ancora intimamente islamica “capitale” andalusa, Ramos muove i primi passi da giocatore professionista.

Con il Sevilla, Sergio realizza in totale 45 presenze, siglando 3 reti e accumulando 10 ammonizioni – del suo rapporto, anch’esso intimo, coi cartellini, si dirà più avanti. Qui è terzino. Trattenuto dalla giovane età, è costretto ad apprendere i rudimenti difensivi di un calcio comunque spinto all’attacco. Dal compagno di squadra Dani Alves imparerà ad attaccare partendo dalla difesa.

In realtà, Ramos sa attaccare e come. Lo sa fin da ragazzino, quando nelle giovanili del Camas gioca come punta e segna una caterva di gol. Quella dote di goleador che Madre Natura ha voluto assegnargli, Sergio la custodirà fino ai giorni nostri.

Il suo passaggio al Real Madrid viene a svuotare di 27 milioni di euro le casse di Florentino Perez. Il prezzo è altissimo. Ramos ha 19 anni. Un acquisto così oneroso farebbe notizia oggi, figuriamoci ieri. Quei soldi, però, Sergio Ramos García li vale tutti. La storia sta qui a dimostrarlo. Col Real Madrid vince 4 volte la Liga (stagioni 06/07, 07/08, 11/12 e 16/17), 2 volte la Copa del Rey (stagioni 10/11 e 13/14) e 3 volte la Supercoppa Spagnola (stagioni 08/09, 12/13 e 17/18); in Europa, coi Blancos, vince 4 Champions League (stagioni 13/14, 15/16, 16/17 e 17/18), 3 supercoppe europee (stagioni 14/15, 16/17 e 17/18) e 4 Coppe del Mondo per club (negli anni 2014, 2016, 2017 e 2018).

Anni Galacticos

L’esordio è quello che chiameremmo una cassanata. Ramos si presenta con un look quantomeno rivedibile alla presentazione ufficiale. Nello stesso lasso di tempo, si diletta in una pubblicità – rimasta celebre – che lo vede completamente nudo, “vestito” del solo pallone Nike Total 90 dove non batte il sole. Di lui si parla nelle vesti del modello, non in quelle di calciatore dallo sconfinato talento.

La chioma, lunga e slanciata, unita a questa esuberanza da bad boy anni Novanta, ne completa il quadro dadaista. Al Real Madrid, Ramos si trasforma. Quel ragazzo “spaesato” e tutto sorrisi che in parte alberga ancora oggi nel suo animo non è che la pallida controfigura di un campione straordinario, capace di vincere quattro volte la Champions League, e di farlo da capitano delle Meringhe. Con i Galacticos Ramos segna 85 gol in 615 presenze, realizzando 39 assist; numeri da trequartista. Dimenticatevi il Ramos bambino. Sergio è un difensore centrale, lo è dal 2011 a titolo stabile, da quando Mourinho, approfittando del rientrante Arbeloa e dell’infortunato Carvalho, lo posiziona al centro della difesa: da lì non si muove più; da lì continua a segnare.

C’è dell’altro, molto a dire il vero. I gol di Ramos non sono quasi mai la ciliegina su una torta, ma avvengono al momento esatto in cui il Destino s’allinea col moto perpetuo delle Parche; un solo esempio, su tutti, il gol all’Atletico Madrid ad un istante dallo scadere della finale di Champions League di Lisbona – ovvero l’inizio del dominio incontrastato dei Blancos nella massima competizione europea.

Dov’è finita la montagna russa? È sempre qui. Ramos è il ritratto di uno splendido equivoco. Due voci in lui s’alternano costanti: quella del talento e quella della follia. Con il Real “totalizza” 23 cartellini rossithe show must go on –5 dei quali durante i Clasicòs. Più del leggendario Fernando Hierro (che ne conta 19), da cui ha ereditato numero di maglia (il 4) e cattiveria agonistica. Allo stesso tempo, Ramos è nella top 15 dei marcatori di ogni tempo del Real Madrid. Così, tanto per dire.

La furia più rossa di tutte

Sabato 12, mentre noi italiani saremo impegnati ad osservare gli Azzurri all’Olimpico contro la Grecia, scenderanno in campo Spagna e Norvegia. Nella fredda terra del Nord, Ramos supererà Casillas fermo a 167 presenze, diventando il giocatore con più presenze nella Nazionale spagnola. Lo farà da capitano.

Con le Furie Rosse Ramos esordisce a 18 anni, 11 mesi e 24 giorni, il 26 marzo del 2005, a pochi giorni dal suo compleanno. Con l’U19 vince un titolo europeo. Con la Nazionale maggiore ne vincerà due (2008 e 2012), di Europei, completando un trittico irripetibile con il Mondiale del 2010, in Sudafrica. In Nazionale, Ramos ha segnato 21 reti: è il 10° miglior marcatore di sempre con la Spagna.

Per capire le contraddizioni e la personalità di Ramos, è proprio un episodio avvenuto con addosso la camiseta roja a venirci in soccorso.

È la semifinale di Euro 2012, contro il Portogallo. L’andaluso si presenta dal dischetto durante la lotteria dei rigori, 63 giorni dopo aver bucato l’ozono con un tiraccio dagli undici metri contro il Bayern Monaco, sempre in una semifinale. Sergio ritorna sul luogo del delitto. Non calcia di rabbia, ma con dolcezza, come a voler ammutolire la critica – che lo aveva massacrato per quel rigore sbagliato – non con un cazzotto da bad boy, ma con l’eleganza del fuoriclasse che ti lascia a bocca aperta. In spagnolo dicasi Panenka. Ramos scucchiaia il povero Rui Patricio: le nubi del cielo vengono squarciate dal grido del commentatore spagnolo, le cui parole risuonano sulla bocca di un intero popolo: “¡¡Que huevos tiene Rrrrraaaaaamoooooooossss!!”.