Vai al contenuto

Marcelo manovra un pallone dalla propria metà campo. Siamo spostati sulla sinistra, e la sventagliata del terzino brasiliano taglia il campo arrivando in zona centrale.

Il pallone rimbalza un paio di volte davanti a Chiellini, che preoccupato dell’arrivo di Cristiano Ronaldo alle sue spalle, pur chiamato dall’uscita di Buffon, decide di spazzarla col destro alla propria sinistra, in estirada. Ronaldo raccoglie il pallone girandosi immediatamente, a pochi passi dall’area piccola ma spostato sulla sinistra.

La controlla di suola e scarica alle sue spalle dove Vazquez calcia splendidamente di sinistro, ma Buffon è attento e respinge alla sua sinistra. Sono momenti di grande confusione. Il Real è in vantaggio per 1-0 e siamo allo scoccare del 64’.

La palla carambola sui piedi di Carvajal che la controlla, finta di rientrare e prosegue la sua corsa. Davanti a lui c’è Alex Sandro che lo segue come un’ombra. Al centro dell’area oltre a Vazquez e Ronaldo non c’è nessun giocatore del Real, bensì 6 giocatori della Juventus.

Nessuno però segue il movimento di Cristiano Ronaldo.

Un calcio alla Luna

Carvajal la mette in mezzo senza guardare, consapevole della straordinaria forza del proprio fuoriclasse al centro dell’area di rigore. La parabola è alta, sembra imperdibile, e Ronaldo, pur accelerando la propria corsa all’indietro, è in leggero ritardo sulla traiettoria. Due passi veloci gli permettono di pensare l’impensabile.

Ronaldo si coordina in una rovesciata di straordinaria difficoltà, andando all’indietro e con due avversari alle calcagna: De Sciglio accanto a lui, Barzagli davanti. CR7 arriva ad un’altezza di quasi due metri dal suolo con la sola gamba destra.

L’impatto col pallone è perfetto, inimitabile. La sfera finisce in fondo al sacco tra l’incredulità dei presenti, su tutti Buffon e Barzagli, che ancora non hanno capito ciò che hanno visto.

Anzi, è Barzagli stesso che quando si gira e vede la sfera scuotere la rete si lascia andare ad un’umana e comprensibile smorfia di disappunto e impotenza. Come a dire che non puoi farci niente, se il tuo avversario arriva coi piedi dove gli altri 21 che sono in campo faticherebbero ad arrivare con la testa.

Hegel la chiamerebbe Storia, con la S maiuscola. Ronaldo indica se stesso, si ferma nei pressi della bandierina e guarda il pubblico con aria di sfida.

Dopo le prime indecisioni del pubblico bianconero, che lo fischia urlandogli contro cose irripetibili, nasce, come l’onda che da lontano appare piccola, ma poi sempre più imponente e monumentale, l’applauso dello Stadium.

Non solo quello dei tifosi madrileni, ma anche e soprattutto quello dei tifosi della Juventus. La vera assurdità di quel gol sta prima nel pensiero e poi nell’esecuzione.

Un gol impossibile per altri giocatori

Qualsiasi altro giocatore, quel pallone, non può raggiungerlo. Ma il salto di Ronaldo è poderoso, divino. Il fenomeno portoghese ci ha spesso abituati a gesti atletici di questo calibro, ma è poi l’esecuzione a lasciare attoniti. L’impatto col pallone non avviene a metà altezza, come accade per altre rovesciate, ma a quasi due metri di altezza da terra. Lo si comprende dal salto di Andrea De Sciglio, che prova a ostacolare di testa quel pallone vacante, venendo però anticipato dal gambone destro di CR7, che batte Buffon e la Juventus per l’ennesima volta.

È il gol del 2-0. Arriverà anche il terzo, di Marcelo, che quell’azione aveva iniziato.

Al ritorno, come tutti ricorderete, arriverà il beffardo 1-3 in casa del Real Madrid, con il celebre episodio dell’espulsione di Buffon – con tanto di bidone al posto del cuore rivolto all’arbitro. Finirà così la Champions dei bianconeri, inizierà con la conquista della semifinale la vittoria della 13a Champions per il Real, padrone assoluto della competizione.

Quella è anche l’ultima conquista europea dei blancos, ma sarà storica. È la terza di fila sotto la gestione Zidane, la quarta in cinque anni. Sono numeri spaventosi, che oggi spaventano ancora di più.

Ronaldo infatti andrà alla Juventus quell’estate, ma non riuscirà – almeno fino ad oggi – a conquistare la Champions coi bianconeri.